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Whistleblowing: pubblicata la Guida operativa di Confindustria

WHISTLEBLOWING – A distanza di circa tre mesi dalla pubblicazione delle Linee Guida di ANAC sulla nuova normativa relativa alla segnalazione degli illeciti per gli enti pubblici e privati, anche Confindustria ha offerto in consultazione le proprie indicazioni operative sul tema, con particolare attenzione agli enti privati.

Segnatamente, il documento risulta interessante in questa sede per le valutazioni svolte nell’ambito del sistema 231 e la sua fisiologica intersezione con la nuova disciplina in materia di whistleblowing.

In termini generali, secondo quest’ultimo intervento legislativo, gli enti che nell’ultimo anno abbiano impiegato una forza lavoro compresa tra 50 e 249 dipendenti, avranno l’obbligo di uniformarsi entro il 17 dicembre.

Tuttavia, il d.lgs. n. 24/2023 prevede per le imprese private che, a prescindere dal requisito dimensionale, abbiano adottato un modello di organizzazione, gestione e controllo ai sensi del d.lgs. n. 231 del 2001, l’obbligo di aggiornare il canale di segnalazione già implementato, conformandosi obbligatoriamente al nuovo “testo unico delle segnalazioni”; ciò in quanto vengono abrogati definitivamente i commi 2ter e 2quater, art. 6, del d.lgs. n. 231 del 2001.

Tanto premesso, vale la pena a questo punto osservare con attenzione quanto scritto da Confindustria relativamente all’aggiornamento del Modello 231.

Ebbene, rimandando ad una più attenta lettura di quanto scritto, è qui possibile sintetizzare i principali e imprescindibili accorgimenti da operare in azienda in fase di aggiornamento:

  • esplicitare in fase di adozione del canale di segnalazione:
  1. il riferimento al divieto di commissione di qualsiasi atto di ritorsione come richiamato dalla norma;
  2. il rispetto dei doveri di riservatezza nel trattamento delle informazioni relativamente alla gestione delle segnalazioni;
  • integrazione del Sistema disciplinare del Modello, prevedendo sanzioni nei confronti dei responsabili delle violazioni per le quali l’ANAC applica sanzioni amministrative pecuniarie, ovvero:
  1. la commissione di qualsiasi ritorsione – da intendersi come comportamento, atto od omissione, anche solo tentato o minacciato, posto in essere in ragione della segnalazione – che provoca o può provocare, in via diretta o indiretta, un danno ingiusto alla persona segnalante e/o agli altri soggetti specificamente individuati dalla norma;
  2. l’assenza di canali di segnalazione, la mancata adozione di procedure di whistleblowing conformi alla normativa o anche l’assenza di attività di verifica ed analisi a riguardo delle segnalazioni ricevute;
  3. la messa in atto di azioni o comportamenti con i quali la segnalazione è stata ostacolata o si è tentato di ostacolarla;
  4. la violazione dell’obbligo di riservatezza;
  • integrazione dell’attività formativa in grado di assicurare un’adeguata formazione in merito alle tematiche esposte a tutto il personale interno, trasmettendo consapevolezza circa le finalità e le tutele riconosciute dal d.lgs. n. 24 del 2023. In questo senso Confindustria raccomanda di strutturare un programma formativo ad hoc che sia effettivamente in grado di garantire una efficace copertura e un adeguato coinvolgimento delle risorse coinvolte.

Sarà, dunque, vitale per la corretta implementazione del Modello 231, operare gli accorgimenti suggeriti.

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