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Armani operations: revocata l’amministrazione giudiziaria

Il Tribunale di Milano revoca in anticipo l’amministrazione giudiziaria disposta il 3 aprile 2024 nei confronti della Armani Operations, per le gravi irregolarità riscontrate nella catena dei subappaltatori di manodopera del Gruppo.

Il decreto di revoca, emesso dalla Sezione misure di prevenzione, è stato adottato su richiesta del P.M. e della difesa a seguito del virtuoso percorso compiuto dalla società nel solco delle prescrizioni impartite dal Tribunale, a seguito dell’implementazione di un adeguato modello organizzativo.

L’amministrazione giudiziaria era scattata dopo che le indagini avevano ravvisato gravi buchi nella filiera per la realizzazione di borse e cinture. In particolare, alcune aziende appaltatrici di Armani operations avrebbero nel tempo subappaltato il lavoro ad opifici abusivi di proprietà di cinesi, i cui titolati erano stati poi indagati per caporalato.

Dopo un primo impatto critico del provvedimento, il Gruppo con l’ausilio dei suoi legali e consulenti, operando in sinergia con l’amministratore giudiziario, ha saputo reagire nel modo corretto cogliendo un’occasione di miglioramento e rinnovamento, riscoprendo e adottando iniziative importanti nella prospettiva di prevenire il ripetersi dei fenomeni censurati.

I giudici hanno apprezzato l’aspetto innovativo del progetto adottato che presenta profili di assoluta eccellenza e ben può rappresentare un modello di funzionalità ed efficienza per le altre società operanti nel medesimo settore e anticipa le direttrici del nuovo Regolamento Europeo, entrato in vigore lo scorso luglio, sulla tracciabilità e la sostenibilità dei prodotti.

La misura dell’amministrazione giudiziale era stata disposta a causa dei comportamenti di due fra i numerosi fornitori impiegati dalla società che, oltre a violare il codice etico dell’azienda hanno eluso fraudolentemente i valori fondanti del Gruppo Armani, che, come precisato in un nota, “non ha mai perseguito il profitto fine a sé stesso e non ha mai derogato al rispetto dei lavoratori e dei consumatori”.

La società prima della misura disposta nell’aprile 2024 era già dotata di uno strutturato e collaudato sistema di controlli e tutela della propria filiera. Tuttavia, l’occasione si è dimostrata utile per una riorganizzazione aziendale.

Infatti, negli ultimi mesi la società ha adottato un modello organizzativo, ai sensi del d.lgs. 231/2001 e delle adeguate procedure di controllo dei fornitori. In particolare è stato risolto il rapporto con dei fornitori ritenuti poco affidabili e rischiosi e sono state sviluppate buone pratiche che hanno ricevuto l’approvazione del Tribunale.

In sostanza, il provvedimento si è rivelato essere un’occasione di miglioramento e rinnovamento teso al perseguimento di un’attività tesa alla legalità ed eticità.

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