Il Decreto Carceri, approvato il 1° agosto dal Senato, ha introdotto una modifica al Codice Penale con il nuovo reato di indebita destinazione di denaro o cose mobili, che ha avuto impatto sull’art. 25 D.Lgs. 231/2001, ampliando ulteriormente il catalogo dei reati presupposto.
L’art. 9, del decreto 92/2024 introduce, inoltre, importanti modifiche al codice penale, inserendo il nuovo reato di “indebita destinazione di denaro o cose mobili” all’art. 314 bis c.p.
Il nuovo reato punisce con la reclusione da sei mesi a tre anni “fuori dei casi previsti dall’art. 314, il pubblico ufficiale o l’incaricato di un pubblico servizio, che, avendo per ragione del suo ufficio o servizio il possesso o comunque la disponibilità di denaro o di altra cosa mobile altrui, li destina ad un uso diverso da quello previsto da specifiche disposizioni di legge o da atti aventi forza di legge dai quali non residuano margini di discrezionalità e intenzionalmente procura a sé o ad altri un ingiusto vantaggio patrimoniale o ad altri un danno ingiusto”.
Quando il fatto offende gli interessi finanziari dell’Unione europea e l’ingiusto vantaggio o il danno ingiusto siano superiori a 100 mila euro, il reato è punito con la pena della reclusione da 6 mesi a 4 anni.
Le modifiche impattano anche sul catalogo dei reati presupposto della responsabilità amministrativa degli enti ai sensi del d.lgs. 231/2001. Per le società che hanno adottato un modello organizzativo occorrerà, dunque, aggiungere questo nuovo reato alle nuove fattispecie da inserire nella mappatura dei rischi in sede di aggiornamento.
Il nuovo decreto di recente approvazione (in prima lettura al Senato con 104 voti favorevoli, 73 contrari e un’astensione), costringe le aziende a mettere mano al modello organizzativo, lo scudo per difendersi dai rischi penali a carico delle imprese nel caso di commissione di alcuni tipi di reato da parte di amministratori, manager e dipendenti.
Come è ormai noto, ogni volta che c’è un nuovo inserimento nel catalogo dei reati presupposto, un’azienda virtuosa dovrebbe aggiornare il modello organizzativo. Tuttavia, le realtà dei fatti è molto diversa.