Le imprese che svolgono la propria attività nel settore edile, quotidianamente soggetto a rischi soprattutto con riferimento alla sicurezza sul lavoro, possono trarre grandi benefici dall’adozione del Modello 231.
Tale presidio virtuoso, infatti, è in grado di offrire alle aziende la possibilità di prevenire reati, da un lato, e di migliorare la gestione complessiva dell’organizzazione d’impresa dall’altro.
Il d.lgs. 231/2001, come ormai è noto, ha introdotto la responsabilità amministrativa delle persone giuridiche per determinati illeciti amministrativi dipendenti da reati commessi da amministratori, dirigenti o dipendenti nell’interesse o a vantaggio dell’impresa per la quale prestano attività lavorativa.
Tra i reati più significativi vanno citati:
- Reati contro la sicurezza sul lavoro . La mancata osservanza delle norme in materia di prevenzione degli infortuni, l’assenza di adeguate misure di sicurezza nei cantieri e la negligenza nella tutela della salute dei lavoratori. Si pensi, ad esempio, all’uso di attrezzature non conformi o alla mancata formazione rivolta ai dipendenti: si tratta di una carenza organizzativa che potrebbe determinare gravi incidenti, spesso mortali.
- Reati ambientali: il settore è esposto anche a numerosi rischi ambientali. Si pensi allo smaltimento illecito di rifiuti, che spesso coinvolge materiali pericolosi come l’amianto, oppure all’emissione di sostanze inquinanti nell’aria, nell’acqua o nel suolo.
- Corruzione e concussione: uno dei temi più delicati riguarda il rapporto fra le imprese che operano in questo settore e la pubblica amministrazione. Una condotta di questo tipo non solo è contraria alla legge, ma potrebbe compromettere la trasparenza e l’integrità delle operazioni aziendali, generando rischi significativi per la reputazione e la sostenibilità dell’impresa.
Tali reati comporterebbe, oltre che una sanzione pecuniaria gravosa per l’impresa, delle sanzioni interdittive che potrebbero pregiudicare l’attività dell’impresa, i suoi rapporti con la p.a. e, eventualmente, l’accesso a bandi pubblici e finanziamenti.
L’adozione ed implementazione di un Modello 231 realmente calato nella realtà aziendale è sintomatico di una gestione virtuosa dell’azienda e, inoltre, può rivelarsi in grado di ridurre il rischio di verificazione di reati nell’attività dell’attività svolta.
Perché il Modello Organizzativo 231 /2001 è importante per le imprese edili?
Le imprese edili operano in un settore connotato da un elevato livello di rischio: basta pensare agli infortuni sul lavoro ed alle malattie professionali, oppure alle alle relazioni con fornitori, subappaltatori e pubbliche amministrazioni.
Sotto questo profilo il Modello 231 rappresenta un’opportunità per rafforzare la cultura della prevenzione: attraverso procedure e controlli mirati, è possibile ridurre il rischio legato ad incidenti per garantire un ambiente di lavoro più sicuro.
Il modello, poi, è in grado di promuovere l’adozione di pratiche organizzative e gestionali più efficienti. Inoltre, in caso di procedimenti giudiziari, l’adozione del Modello 231 può costituire una causa esimente dalla responsabilità.
Inutile, sottolineare come tale accorgimento possa migliorare l’immagine aziendale: dimostrare attenzione alla conformità normativa e alla sicurezza, infatti, rafforza la reputazione sul mercato dell’impresa nel settore di riferimento.
L’analisi dei rischi (risk assessment) rappresenta il primo passo per l’implementazione del Modello 231. Questo processo consente all’impresa di identificare i potenziali rischi di reato presenti e di predisporre misure adeguate per evitarli o quantomeno minimizzarli.
Per fare ciò occorre identificare e descrivere tutti i processi interni ed esterni che caratterizzano l’attività aziendale ed analizzare il flusso di lavoro per individuare le aree più critiche dal punto di vista del rischio. Successivamente, si procede alla individuazione dei rischi specifici ed alla conseguente valutazione dei rischi inerenti a ciascun processo identificato, con particolare attenzione ai reati contro la sicurezza sul lavoro e ai reati ambientali. A tale fine potrebbe essere utile verificare la conformità delle attrezzature, la formazione dei dipendenti e la corretta gestione dei materiali di scarto; stimare la probabilità e l’impatto di ciascun rischio, classificandoli in base alla loro gravità.
Fatto ciò, si procede a verificare l’esistenza e l’efficacia dei controlli già in essere per la prevenzione dei rischi. Si identificano eventuali carenze presenti e si predispone un piano di mitigazione per eventuali rischi configurabili.
Infine, si implementa un sistema di controllo e monitoraggio per verificare che i presidi adottati siano funzionali per prevenire comportamenti non conformi.
Un’analisi dei rischi ben condotta non solo consente di prevenire reati e sanzioni, ma rappresenta anche uno strumento di gestione strategica che migliora l’efficienza e la sostenibilità aziendale.
L’elaborazione del Modello 231 si compone di diverse parti fondamentali, ciascuna progettata per affrontare specifici aspetti della prevenzione dei reati e della gestione dei rischi. Le principali componenti del modello includono anche un Codice Etico, un Sistema di deleghe e poteri, Protocolli operativi e un piano di formazione del personale che deve essere sensibilizzato sull’esistenza del Modello e sui singoli rischi cui va incontro
A fronte di tutto ciò, da ultimo, dev’essere nominato un Organismo di Vigilanza (OdV), organo indipendente incaricato di monitorare l’efficacia del modello e la sua applicazione. Ha il compito di segnalare eventuali criticità e proporre aggiornamenti per mantenere il modello sempre adeguato.
L’adozione del Modello 231 non è solo un obbligo normativo, ma una scelta strategica che può offrire vantaggi concreti alle imprese che operano nel settore edile, un settore dove la sicurezza non è mai abbastanza e la conformità alle normative di riferimento è, prima di tutto, una vera e propria assicurazione sulla vita.